E lo ha dimostrato ieri sera, esplodendo di colore, musica e stavolta anche con i profumi della terra: tra il verde e l'ocra degli ulivi, la compagnia MediaMusical ieri ha presentato "Liolà", testo originale di Pirandello e trasposizione in napoletano di Pasquale Cirillo, con la regia di Liborio Preite.
Nonostante si fosse in guerra, la prigionia di suo figlio, l’aggravarsi della malattia mentale della moglie, l’autore concepisce un’opera molto giocosa ed allegra; e lo stesso Pirandello in una lettera al figlio prigioniero, si compiaceva del suo lavoro: "L'ho scritta in 15 giorni, quest'estate, è stata la mia villeggiatura. È così gioconda, che non pare opera mia".
La società contadina in cui si ritrova questo giovane dalle mille risorse e dal fascino indiscusso, -interpretato come meglio non si poteva fare, da Liborio Preite- , richiama, per certi versi le tematiche verghiane, quelle caratterizzate dalla brama di possesso per le ricchezze materiali, per la terra, per la roba.
E proprio la roba spinge il vecchio Zi' 'Ntonio - Antonio Salvoni - a risposarsi con Rita -Angela Gelardi -, per avere un erede cui lasciare tutti i suoi averi...ma il figlio non arriva...
Il piano è ben congegnato, la povera Rita è malmenata e cacciata di casa dal marito.
E qui il nostro trasgressore delle regole, il seduttore, il Pan sconvolgitore si rivela in realtà l’unico veramente buono e generoso: Liolà la salva mettendola incinta, e riaprendo per pochi minuti una parentesi sul loro dolce e nostalgico amore.
In questa vicenda si alternano e mescolano cattiveria e pietas, avarizia e generosità, allegria e calcolo... è Pirandello in fondo...e per la densità dei contenuti dovrebbe risultare ostico e tediante...eppure Liolà è leggero, quasi vola.
In un testo permeato da una serie di balli campestri, passioni, Marie e vendemmie; in un microcosmo femminile, un gineceo all’interno di un mondo culturale e di una società (quella agricola) che sta per dissolversi ma lasciando l'eredità dell' interesse, dell' egoismo e della grettitudine, la figura di Liolà risolve, alleggerisce, sbroglia ed imbroglia matasse millenarie, si inserisce come unico Uomo in un Matriarcato che misura in base a quanto produci.
Si misurano così nel primo atto la vigna e le mandorle, e (suo malgrado) si misura così anche la qualità di Rita, che non producendo figli risulta buona solo per far da serva in casa del marito; questo fino a che non è Liolà a gestire la situazione, ristabilendo la situazione a favore di chi era stata danneggiata ingiustamente, e contro chi ha usato la malizia e la frode.
Prossimi appuntamenti con Liolà e MediaMusical:
Teatro S. Luigi Orione,
Domenica 8 Novembre - Sabato 14 Novembre - Domenica 15 Novembre
Liolà : Trasposizione e traduzione meravigliosa, regia esemplare, interpretazione originale ; come al solito il regista ha saputo assegnare i giusti ruoli alle persone più adatte : escono fuori così spettacolari interpretazioni come quella di Anna o Angela. C'è stavolta però qualcuno però di cui non apprezzo le doti recitative...
RispondiEliminaPeppe Romano